Uno dei migliori rosé assaggiati di recente. Al naso, emerge immediatamente la classe senza pari dei profumi, raffinati e allo stesso tempo scalpitanti di rosa canina, Kumquat, ribes rosso, la siepe di agrumi, fino agli sbuffi di craie. È invitante, leggiadro, gioioso, coinvolgente e mai ostentato. Così il sorso: ampio, luminoso, spiazzante, dove la denstità e la progressione si muovono in un sorso costruito con mano virtuosa, per una bocca che ha dinamismo, asciuttezza, articolazione, dolcezza e slancio. Infine, un allungo succoso, vibrante, salino: puro piacere per i sensi. Si legge un’evoluzione che potrebbe rivelarsi straordinaria pur non avendone nessuna velleità. Chapeau.
Ottimo già ora
Prende il nome dalla varietà di uva bianca che vi è maggiormente coltivata: lo Chardonnay; si estende da nord-est a sud-ovest della regione vinicola, perpendicolarmente alla Valle della Marna.
11 Villaggi, 3142 ha
98% Chardonnay, 2% Pinot Noir
6 Grand Crus: Chouilly, Oiry, Cramant, Avize, Oger, Le Mesnil
5 Premiere Crus: Cuis, Vertus, Bergéres-les-Vertus, Villeneuve-Renneville, Voipreux
Craie bianca del campaniano (Cretaceo superiore), formatosi all'incirca più di 72 milioni di anni fa, in era Campaniana.
L’intera area era coperta da un enorme mare che si è ritirato circa 72 milioni di anni fa (Cretaceo) lasciando dietro di sé un 'fango' intriso di alghe calcaree marine, sottilissime, fragili conchiglie e di finissimi organismi galleggianti, la cui numerosissima presenza rendeva questo mare torbido e faceva apparire la superficie come neve polverosa. Sedimentandosi, nel tempo, si è formato un enorme e profondo strato di sottosuolo calcareo- gessoso (craie) e, circa 10 milioni di anni fa, un enorme terremoto ha portato, in alcune aree, in superfice questi sedimenti marini.
Questo e altri successivi terremoti hanno creato un patchwork unico di suoli e rilievi collinari che, oggi, caratterizzano l'intera regione.
La Côte des Blancs ha la forma di una falce e si estende da Nord a Sud, per circa 24 Km.
